Lo sbiancamento dentale in giovane età

Può rendersi necessario a causa di tetracicline, fluorosi e traumi

Studio dentistico sbiancamento dentale

Sempre più pazienti entrano oggi negli studi odontoiatrici chiedendo informazioni professionali sulle diverse tecniche di sbiancamento dentale. Una percentuale rilevante è costituita da giovani, se non giovanissimi.

È evidente come discromie derivanti da traumi, perdita di vitalità dentale, fluorosi o causate da particolari agenti chimici possano avere serie ripercussioni sulla vita relazionale di un bambino o di un adolescente.

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Prima di trattare i rimedi al problema, non è banale sottolineare come alcune di queste problematiche possano essere limitate efficacemente con il solo attenersi alle linee guida presenti. Un chiaro esempio è rappresentato dalle tetracicline, i cui effetti sui tessuti mineralizzati sono ormai noti anche tra i pazienti: è anche in conseguenza di questo il fatto che, stando a quanto riferito dal Rapporto sull’uso degli antibiotici dell’Agenzia Nazionale del Farmaco, le tetracicline hanno costituito solo il 2% degli antibiotici prescritti nella fascia d’età 2-15 anni nel corso dell’anno precedente.

Anche le fluorosi possono essere efficacemente prevenute con la semplice applicazione delle linee guida ministeriali di pedodonzia. Queste sottolineano come l’utilizzo di dentifricio fluorato nei primi 12 mesi di vita vada ad incrementare il rischio di fluorosi, come anche le paste dentifricie contenenti più 1000 ppm di fluoro prima dei 5/6 anni. Resta comunque ovvio il fatto che, anche controllando nella maniera più rigorosa il quantitativo somministrato, il rischio di fluorosi non può essere azzerato senza compromettere i benefici della terapia.

Come già detto, le indicazioni principali allo sbiancamento nel giovane sono costituite da discromie intrinseche o conseguenti a problematiche a carico di un dente permanente o del relativo deciduo.

Poco più di 10 anni fa, l’American Academy of Pediatric Dentistry prese coscienza del fatto che lo sbiancamento fosse sempre più richiesto anche nell’ambito dei soggetti in età evolutiva e, addirittura, pediatrica. Venne dunque deciso di coniare e adottare delle precise linee guida su questa tematica.

Il paziente dev’essere attentamente studiato, di modo da appurare se sia effettivamente necessario attivare immediatamente la terapia o adottare inizialmente un approccio attendista. È noto che molteplici tecniche fanno uso dei perossidi di idrogeno e di carbammide: queste sostanze possono causare irritazione tissutale e problematiche ad essa conseguenti; nel caso dello sbiancamento interno del dente non vitale, questo può causa riassorbimento radicolare e anchilosi. La AAPD, inoltre, ritiene insufficiente dal punto di vista quantitativo la letteratura oggi disponibile sulle complicanze in ambito pediatrico.

In ogni caso, comunque, sarà fondamentale scegliere la terapia più adatta al singolo paziente, sia essa condotta alla poltrona o in ambito domiciliare. Le tecniche individualizzate sembrano essere maggiormente indicate. È, infine, sconsigliato agire sulla dentizione mista.

Lo sbiancamento dentale in giovane età - Ultima modifica: 2015-09-08T06:53:46+00:00 da redazione