Preservare in uno stato di eubiosi la composizione batterica della flora orale ha un ruolo determinante nel garantire le corrette capacità di difesa dell’organismo. La prevenzione è fondamentale già durante la vita prenatale, quando i microorganismi correlati al microbiota materno, in particolare a quello orale, vengono a contatto con il nascituro. Per questo è importante sensibilizzare le donne in gravidanza e in età fertile a mantenere un buono stato di salute orale, che favorisca la presenza di ceppi batterici non nocivi come quelli che causano parodontite o altre infezioni.

 

Che cos'è il microbiota

Il microbiota è l’insieme dei microorganismi (batteri, funghi e virus) che vive sul e nel nostro corpo, colonizzandone i diversi distretti.
Esiste una associazione mutualistica e simbiotica tra il nostro organismo e il microbiota: noi forniamo l’habitat e il nutrimento, lui contribuisce alla nostra salute e al nostro metabolismo. In pratica, siamo abitati da circa 600 generi e oltre 1.0000 specie diverse di microrganismi, concentrati per lo più a livello intestinale.
Era il 1901 quando per la prima volta Il’ja Il’ič Mečnikov, zoologo e immunologo russo, futuro premio Nobel per la medicina, avanzava l’ipotesi che dei microbi vivi potessero avere un effetto positivo sulla nostra salute.
Nell’ultimo secolo la medicina e gli strumenti di studio sono cambiati, evolvendosi e permettendo uno studio più accurato della materia che solo da qualche anno è parte integrante della diagnosi in medicina. Difatti i diversi distretti del nostro organismo (cute, cavo orale, intestino, tratto urogenitale, tratto respiratorio) hanno un proprio microbiota specifico, più o meno correlato con gli altri. Microbiota intestinale, orale e urogenitale sono, ad esempio, strettamente connessi. Il microbiota intestinale è quello principe perché vi risiede l’80% dei microrganismi che vivono nel nostro organismo e ha l’impatto più evidente sulla nostra salute.

 

Il “primo” microbiota

Il microbiota si compone fin dai primi istanti della vita (quindi già nella pancia della mamma) e si completa entro i tre anni. Il benessere materno-feto-neonatale è determinato dal così detto Native Core Microbiota, il primo microbiota di un essere umano e caratterizzante tutta la sua esistenza.
Ebbene, sì: a differenza di quanto si credeva in passato, il feto in utero non è sterile e numerosi studi hanno dimostrato che, in circa il 70% delle gravidanze, l’utero viene colonizzato dai microorganismi correlati al microbiota materno, in particolare a quello orale.
Tra la ventottesima settimana di gestazione e il primo mese di vita del bambino, attraverso la circolazione feto-placentare, il microbiota materno e le sostanze prodotte dal metabolismo batterico sono trasmesse al feto, influenzandone l’espressione genomica (Figura 1).

1. Il microbiota materno raggiunge il feto

I batteri commensali presenti nella bocca della mamma raggiungerebbero il liquido amniotico attraverso il circolo sanguigno.
Per questo motivo è importante sensibilizzare le donne in gravidanza, e soprattutto le donne in età fertile, a un buono stato di salute orale, che favorisca la presenza di ceppi batterici non nocivi come quelli che causano parodontite o altre infezioni orali. Non solo per la salute della donna stessa, ma anche per quella del nascituro.

 

Un pool dinamico condizionato da molti fattori

Ma come cambia il microbiota in gravidanza? Se una parte dei cambiamenti è fisiologica, e quindi normale, l’altra dipende da una serie di fattori esterni o ambientali. Il microbiota intestinale, conosciuto anche come “flora batterica intestinale”, è il più ricco e vario del nostro organismo. Durante la gravidanza aumenta sia qualitativamente che quantitativamente: nel primo trimestre si riscontra una composizione simile a quella dello stato pregravidico, dal terzo trimestre in poi i cambiamenti si dimostrano decisamente significativi e possono essere influenzati da fattori esterni come terapie antibiotiche, dieta e peso materno. Sì, perché anche il microbiota si deve nutrire e nell’intestino e nel cavo orale il suo nutrimento dipende direttamente dal cibo che ingeriamo.

Circa un terzo del microbiota intestinale è uguale in tutti gli individui, mentre la restante parte è unica per ciascuno di noi e costituisce una vera e propria “impronta digitale” che si forma e si consolida nei primi 2-3 anni di vita attraverso i microorganismi con cui il bambino entra in contatto durante la vita intrauterina, il parto e l’allattamento.

Il microbiota vaginale è dominato da molte specie, tra cui prevalgono Lactobacillus e alcuni membri dei Clostridiales, Bacteriodales e Actinomycetales. La capacità dei lattobacilli di produrre acido lattico contribuisce al mantenimento di un basso pH (<4,5) che crea un microambiente ostile ai patogeni. Anche il microbiota vaginale subisce numerosi cambiamenti in gravidanza, tra cui una significativa riduzione della diversità, una maggiore stabilità e l’arricchimento con specie di lattobacilli che “proteggono” il canale del parto. Il microbiota orale è secondo solo a quello intestinale e conta più di 700 specie diverse, tra cui streptococchi, lattobacilli, stafilococchi e corinebatteri che risiedono su denti, lingua, palato, saliva, faringe. Come per gli altri distretti corporei, anche nel cavo orale la salute è in relazione con uno stato di eubiosi, cioè di equilibrio tra le diverse specie che compongono il microbiota. Quando questo equilibrio viene alterato (disbiosi) dalla proliferazione di batteri “cattivi” (patogeni) e dalla contestuale diminuzione di quelli “buoni” (simbiontici) si creano le condizioni favorenti l’insorgenza di patologie a carico dei denti (carie), dei loro tessuti di sostegno (gengiviti e parodontiti) e delle mucose (afte, stomatiti, ecc.).

Il microbiota orale aumenta soprattutto nelle prime fasi della gravidanza. Nel dettaglio, studi hanno confermato un aumento di diversi patogeni (Porphyromonas gingivalis e Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Candida) probabilmente legato all’incremento dei livelli di progesterone e di estrogeni. Questi dati supportano ulteriormente l’importanza della prevenzione odontoiatrica in gravidanza sia per la mamma sia per il feto. Diversi fattori ambientali possono modificare il microbiota materno e, di conseguenza, condizionare la colonizzazione microbica del feto (Tabella 1).

 

Tabella 1 - Fattori ambientali che possono modificare il microbiota materno e condizionare la colonizzazione microbica del feto
  • La dieta materna peri-concezionale (da un mese prima a tre mesi dopo il concepimento); la crescita di Bacteriodes (fondamentali nella formazione del microbiota del bambino) è favorita dal consumo di alimenti ricchi in fibre non digeribili come verdure e cereali, i Firmicutes (presenti in misura superiore alla norma nel microbiota di madri obese, di bambini nati da parto cesareo o di bambini di 1-3 anni in sovrappeso) proliferano in presenza di grassi e zuccheri semplici.
  • L’aumento di peso e l’indice di massa corporea in gravidanza.
  • I farmaci assunti in gravidanza: circa l’80% dei farmaci prescritti in gravidanza è costituito da antibiotici, i quali causano una alterazione del microbiota in tutti gli ecosistemi, con relative conseguenze nella formazione del microbiota del feto e del neonato e una sua possibile predisposizione verso l’obesità, la sindrome metabolica o manifestazioni autoimmuni (dermatiti atopiche fino all’asma allergico).
  • Il tipo di parto e di allattamento
  • Già nella vita intrauterina si compiono, quindi, i primi passi per lo sviluppo dell’ecosistema orale, importante non solo per lo stato di salute locale ma anche per quello di organi e apparati interdipendenti.

Il parto può influenzare la salute orale del nascituro

La modalità di parto è uno dei fattori più significativi tra quelli che influenzano la composizione del microbiota durante il primo anno di vita.
Il parto, infatti, è il primo momento in cui il bambino entra in contatto con il microbiota materno, da cui acquisisce diverse specie batteriche.
Il tipo di parto, vaginale o cesareo, e la sede, in ambiente ospedaliero oppure a casa, determinano un’impronta microbica sul bambino che acquisisce così il Native Core Microbiota, ovvero il microbiota materno acquisito attraverso il cavo orale del bambino.
A seconda delle modalità di parto, il neonato acquisterà una diversa quantità e qualità microbica. Nei bambini nati con parto vaginale, il contatto sarà con il microbiota vaginale e intestinale della mamma.
I batteri provenienti dall’intestino presentano maggiori capacità di adattarsi al nuovo ambiente e di proliferare in maniera stabile rispetto a quelli che risiedono a livello cutaneo o vaginale.
In caso di parto cesareo, il microbiota orale del bambino ricalcherà quello cutaneo materno e sarà dunque costituito da una più ridotta gamma di specie batteriche.
Le differenze del microbiota dei primi 1.000 giorni di vita del bambino possono avere molteplici conseguenze.
In particolare, la colonizzazione batterica è indispensabile per il normale sviluppo del sistema immunitario. Il primo contatto neonatale con il mondo esterno rappresenta un’esposizione esplosiva in un mondo dominato da microbi.
I neonati nati per via naturale possiedono caratteristiche che permettono loro di adattarsi a questa improvvisa e vasta esposizione. Se il percorso cambia con il taglio cesareo, il neonato si deve confrontare con un tipo di microbiota verso il quale non è stato preparato. Può succedere quindi che il sistema immunitario non riconosca come “proprie” alcune sostanze e reagisca in modo errato, esponendo il piccolo a possibili patologie autoimmuni: dalla dermatite atopica all’asma allergica, dalle patologie infiammatorie intestinali al diabete di tipo 1, all’obesità.

 

Il ruolo dell’allattamento

Il latte materno è uno dei principali “motori” di sviluppo del microbiota orale e intestinale infantile. Contiene oltre 700 specie microbiche “buone” e una grande dotazione di sostanze prebiotiche, gli oligosaccaridi o Human Milk Oligosaccharides, sostanze che favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di germi già presenti, dunque una sorta di moltiplicatori di batteri benefici.
Il loro meccanismo non è ancora del tutto chiaro ma sembra che, a livello orale, guidino la formazione e la differenziazione di un microbiota equilibrato, favorendo selettivamente la crescita di alcuni batteri rispetto ad altri e impedendo l’adesione di agenti patogeni, così come avverrebbe a livello intestinale.

La composizione del microbiota del latte è influenzata da diversi fattori, tra cui le modalità di alimentazione: se il latte viene poppato o se il bambino viene allattato direttamente al seno.

Una goccia di latte materno

La composizione del latte materno si modifica via via che il bimbo cresce. Questi sono solo alcuni dei componenti.

 

  • Ormoni e fattori di crescita
  • Acqua 87%
  • Proteine 1%
  • Carboidrati/Lattosio 7%
  • Acidi grassi 4%
  • Anticorpi
  • Oligosaccaridi umani
  • Fino a 800 ceppi batterici
  • Enzimi antibatterici e antivirali
  • Cellule staminali
  • Vitamine e sali minerali

 

Recenti ricerche suggeriscono che il latte proveniente dai tiralatte contenga livelli più alti di batteri potenzialmente nocivi.
L’allattamento al seno diretto favorisce l’acquisizione di batteri dal microbiota della bocca del bambino, mentre l’allattamento al seno indiretto si traduce nell’arricchimento dei batteri associati all’ambiente o ai tiralatte. L’importanza del microbiota risiede nel trasferimento nell’intestino di batteri buoni che la ricerca scientifica correla a più bassi stati di asma e obesità infantile, condizioni che oggi sappiamo essere collegate a cambiamenti del microbiota intestinale durante i primi anni di vita.

 

Uno step importante: l’alimentazione complementare

Nel momento in cui si compie il delicato passaggio dall’alimentazione esclusivamente lattea all’introduzione di nuovi sapori, il bambino possiede già un proprio imprinting microbiologico, sviluppato a partire dalla gravidanza, passando per il parto e l’allattamento, e influenzabile dall’ambiente. Il momento dello svezzamento rappresenta quindi uno step importante per influenzare il microbiota in modo positivo o negativo.
Un’alimentazione sana e corretta è il presupposto per lo sviluppo e il consolidamento di uno stato di eubiosi. Tra i consigli utili da fornire alle mamme, sicuramente vi è l’invito a una dieta equilibrata, continuando la somministrazione di latte materno se la mamma lo desidera, limitando il consumo di zuccheri e non eccedendo con proteine e grassi. È bene si scelgano alimenti fermentati (pane con lievito madre) e alimenti con probiotici (yogurt).
Al bambino si devono offrire cibi sempre differenti per abituarlo alla diversità e fargli scoprire gusti e sapori nuovi.

 

Dieta, nutrienti e metabolismo

Esiste un rapporto biunivoco tra la dieta, i nutrimenti in essa contenuti e la composizione del microbiota, nello specifico quello intestinale, poiché ciascuno di essi è in grado di influenzare l’altro.
Da una parte i nutrienti contenuti negli alimenti rappresentano potenziali substrati per garantire la crescita microbica, dall’altra il microbiota influenza il valore nutrizionale dell’alimento stesso, condizionando le modalità con le quali viene metabolizzato e i suoi nutrienti assorbiti.
Il microbiota presenta importanti funzioni correlate alla nutrizione, tra cui:

  • metabolismo di carboidrati;
  • metabolismo di proteine;
  • sintesi di vitamine (gruppo B, K e C).

Come è noto, le fibre (particolari componenti glucidiche derivate dalle piante) resistono alla digestione da parte delle amilasi umane. Il microbiota intestinale è invece in grado di metabolizzarle, con conseguente produzione di acidi grassi a catena corta (Short Chain Fatty Acids – SCFAs). Gli acidi grassi prodotti sono il butirrato, l’acetato e il propionato che svolgono diverse funzioni sia a livello intestinale che livello sistemico.
Gli SCFAs, in quanto acidi, determinano una riduzione del pH intestinale e contrastano la crescita di microrganismi patogeni. Inoltre, il butirrato è un modulatore positivo della risposta antinfiammatoria. Il microbiota partecipa anche al metabolismo proteico mediante un’efficiente via che utilizza proteinasi e peptidasi microbiche e umane.

 

Biofilm e omeostasi orale

Con il termine biofilm batterico si indica un aggregato di microrganismi che si circondano di una matrice polimerica (formata da zuccheri, DNA e proteine) in grado di tenerli insieme e ancorarli saldamente a una superficie. Nel caso del cavo orale, una parte della colonizzazione microbica di denti, parodonto e mucose è agevolata dalla disponibilità di mucoproteine salivari, detriti epiteliali, temperatura e pH favorevoli. Il mantenimento dell’omeostasi orale è influenzato significativamente dalla salute del microbiota del cavo orale situato in particolare in queste aree: lingua, faringe, gengiva, palato duro e placca dentale. Come è facile intuire, mantenere la bocca “in salute”, e dunque in condizioni di igiene, è fondamentale per preservare l’eubiosi del microbiota orale, poiché proprio la composizione batterica della flora orale è determinante nel garantire le corrette capacità di difesa dell’organismo. Questo significa che un microbiota orale in stato di equilibrio protegge tutto l’organismo.

 

Microbiota e microbioma

Il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microrganismi di un essere umano. I geni del microbiota sono complementari ai geni dell’uomo e aiutano nel mantenimento dello stato di salute prevenendo o fungendo da terapia per molte patologie e supportando le funzioni umane quali la digestione, lo sviluppo del sistema immunitario e la sintesi di composti fondamentali. Ecco perché il microbioma è così importante per comprendere la salute umana nella sua interezza e per intervenire in modo puntuale sulla prevenzione di queste malattie grazie anche all’uso di integratori alimentari contenenti milioni di probiotici vivi, appartenenti a determinati ceppi, i quali hanno funzionalità precise per mantenere in equilibrio anche il microbiota intestinale. La scienza che di questo si occupa è detta “metagenomica”.

 

Bibliografia

1. Paglia L, Beretta M. Odontoiatria Materno-Infantile – Migliorare il benessere di madri neonati e bambini è la chiave per la salute della prossima generazione. Ariesdue – Ed. Tecniche Nuove, Settembre 2021.
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Microbiota orale: come mantenerlo sano fin dai primi istanti di vita - Ultima modifica: 2024-07-18T14:15:08+00:00 da K4
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