Lembi di accesso in implantologia

chirurgia flapless rialzo di seno mascellare lembi d'accesso Sutura e terzo molare superiore: possibile applicazione del nodo a scorrimento?

Da semplice accesso alla cresta edentula da trattare, il lembo in implantologia si è evoluto di pari passo con la consepevolezza dell’importanza dei tessuti molli, sia nel favorire l’estetica della riabilitazione che nel mantenimento della stessa a lungo termine. Oggigiorno, la scelta di un disegno di incisione rispetto a un’altra è condizionata tanto dalla modalità di allestimento del sito implantare, quanto dalla metodica di gestione dei tessuti molli. Oltre alle tecniche convenzionali di incisione mucoperiostale, negli ultimi anni ha conosciuto un grosso sviluppo la chirurgia flapless, in cui il bisturi è sostituito dal punch. Questa opzione trova tipicamente impiego in combinazione con le tecniche di chirurgia guidata; va tuttavia osservato come le due procedure non siano necessariamente utilizzate in maniera congiunta.

Considerando le tecniche di incisione tradizionali (ed escludendo per un momento quelle flapless), si osservino i principali vantaggi e svantaggi di ciascuna:

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  1. Incisione crestale

    vantaggi: bassa invasività; si presta a protesizzazione immediata; esiti cicatriziali ridotti                                                                                                     

    svantaggi: visibilità del campo operatorio ridotta; difficoltà nella manipolazione dei tessuti molli 

  2. Incisione ad H

    • vantaggi: morbidità ridotta (sovrapponibile all’incisione crestale); preservazione delle papille adiacenti

    • svantaggi: visibilità ridotta; richiede una cresta di spessore adeguato; non indicata in caso di riabilitazione plurimplantare

  3. Lembo vestibolare

    • vantaggi: maggiore visibilità del campo e, in particolare, di eventuali sottosquadri ossei; la linea di incisione può essere distanziata dal sito implantare; buona possibilità di gestione dei tessuti molli, compresa la quota di gengiva cheratinizzata

    • svantaggi: interruzione dell’apporto ematico; edema postoperatorio potenzialmente importante; possibile retrazione cicatriziale sullo stesso versante vestibolare

  4. Lembo doppio o triplo

    • vantaggi: l’accessibilità al sito implantare è massimale, così come la versatilità nella gestione dei tessuti molli e nel protocollo protesico

    • svantaggi: allo stesso modo, gonfiore postoperatorio e tempi di guarigione massimizzati

Diversi Autori hanno confrontato le diverse tecniche e ne hanno ricavato delle classificazioni orientate clinicamente, vale a dire schematizzate in maniera logica secondo le possibili indicazioni.

Ad esempio, è possibile raggruppare le diverse tecniche in 5 classi ad ampiezza decrescente di applicabilità. La classe I coincide con il lembo trapezoidale con incisione primaria crestale e doppio scarico che si estende 3-5 mm oltre la linea mucogengivale, impiegabile in riabilitazioni singole o complesse e in una varietà di tecniche di bone augmentation. La classe V, che comprende incisione ad H e chirurgia flapless, vede al contrario l’equivalenza 1 incisione – 1 impianto.

Una classificazione alternativa raggruppa invece le procedure sulla base dell’invasività. In questo caso le classi sono 6. Le classi I e II, che corrispondono rispettivamente alla tecnica transmucosa e alla chirurgia flapless con punch, saranno qui le meno invasive. La chirurgia a lembo in classe I di applicabilità slitta invece in classe VI, ovvero in quella a massima invasività.

Lembi di accesso in implantologia - Ultima modifica: 2017-12-08T06:44:36+00:00 da redazione